La cosa che una volta era un uomo fluttua oltre la stratosfera ed usa il suo potere per rimanere integro… o, per essere esatti, per mantenere una parvenza di integrità.

Per molto, troppo tempo, si è limitato a fluttuare ma ora che il suo potere è di nuovo saldo, inizia una discesa dapprima lenta, poi sempre più sicura, verso la Terra sotto di lui. Con voce che non viene da corde vocali umane dice:

-Sono a casa, finalmente!-

            E se potesse farlo, sorriderebbe.

 

OSCURE PRESENZE

di CARLO MONNI

(con personaggi e concetti di FABIO VOLINO)
Editor: GIUSEPPE FELICI

 

1.

 

 

            La Vetta è il Quartier Generale dello S.W.O.R.D.[1] ed è una stazione spaziale che normalmente si trova in orbita geostazionaria 12.000 Km sopra il Polo Nord. Una giovane donna dai capelli neri che indossa un costume rosso con una gigantesca stella bianca sul petto è ferma in osservazione davanti ad un monitor ed un quadro comandi.

Si chiama Starlight, o meglio questo è il modo con cui la chiamano in lingua inglese. Nella sua nativa lingua russa il suo nome suonerebbe Zvezda Syvet. Allo stesso modo il suo vero nome, Tatiana Andreievna Belinskaya, è stato semplificato in Tania Belinsky. Non le importa molto ormai, in fondo non ha più molte relazioni umane oltre coloro che vivono nella Vetta, anzi non ne ha nessuna. Un incidente nucleare l’ha irrimediabilmente mutata ed ora, oltre ad avere superpoteri, emette costantemente radiazioni che solo un ferreo controllo tiene a livelli sopportabili da un essere umano. Se glielo chiedessero, risponderebbe che non ha rimpianti della sua vecchia vita, ma ovviamente mentirebbe.

La sua attenzione è improvvisamente attirata da un picco di energia appena rilevato dagli strumenti. Un’energia che le è familiare, che conosce molto bene.

-È tornato.- esclama.

            Tania Belinsky, alias Starlight sa che deve agire subito.

 

            La ragazza è attraente ma sembra a disagio, nervosa, mentre entra nel locale e l’uomo che la sta aspettando lo capisce immediatamente, è un buon conoscitore delle persone dopotutto. Era parte del suo lavoro di un tempo e forse anche di quello attuale.

-Benvenuta Anastasia Vassilievna.- la accoglie sorridendo.

-Igor… voglio dire… Valentin Vladimirovitch, sei davvero tu? Non riuscivo a crederci quando mi hai chiamato.- esclama Anastasia Vassilievna Borozova.

-Non riuscivi a credere che fossi io o che avessi chiamato proprio te?- le chiede affabilmente Valentin Shatalov guidandola verso un tavolino isolato.

-Entrambe le cose.- ammette la ragazza -Da quel che sapevo, dovevi essere in carcere per tradimento e l’ultima volta che ci siamo visti hai detto che… che la figlia di un bottegaio non era alla tua altezza.-[2]

-So bene cosa ho detto, dovevo farlo perché era ciò che volevano i miei nemici e dovevo assecondarli.- Shatalov poggia la sua mano su quella della ragazza -Adesso sono libero. Il Presidente in persona mi ha graziato ed ora lavoro per lui.-

-Il… il Presidente?-

-Proprio lui. Tuttavia i miei nemici sono ancora molti e per questo devo agire con molta discrezione e ho bisogno del tuo aiuto.-

-Del mio aiuto?- Anastasia è perplessa -Com’è possibile? Tu sei un agente segreto, un supereroe ed io una ragazza comune. Come puoi aver bisogno del mio aiuto?-

-Le mie comunicazioni non sono sicure.- replica Shatalov -Sono certo di essere controllato. Anche chiamare te è stato un azzardo ma ho calcolato che i miei controllori avrebbero pensato che volessi solo la compagnia di una donna, una cosa molto normale dopotutto.-

            La ragazza arrossisce. Shatalov continua:

-Ho bisogno che tu porti per me un messaggio a certe persone. Posso fidarmi solo di te per questo, lo farai per me, Stasia?-

            Le stringe forte la mano e lei sussurra un semplice:

-Sì.-

            Shatalov sorride. È così facile manipolare certe persone che non chiedono altro che lo si faccia. Deve ammettere che un po’ si vergogna di approfittarsi in questo modo di una ragazza così dolce ed ingenua, ma la posta in gioco è troppo importante per farsi venire degli scrupoli. Troverà un modo per farsi perdonare.

 

            Perun sta volando nei cieli tedeschi quando una figura a lui ben nota gli appare improvvisamente davanti dal nulla restando sospesa a mezz’aria.

-Loki!- esclama il dio slavo del Tuono per nulla impressionato -Era da tempo che non ti facevi vivo.-

-Ho avuto altri impegni più pressanti.- risponde sibillinamente il dio norreno dell’Inganno.-[3]

-Non m’interessano i tuoi affari. Hai finalmente scovato le altre Pietre delle Norne?-

-Certamente. Una è proprio qui in Germania. O credevi di essere arrivato qui per caso?-

            Perun storce le labbra. Loki non gli piace ma ha promesso di ritrasformarlo permanentemente nell’umano Valery Sovloyev se lo aiuterà a recuperare quelle pietre disperse e lui, a malincuore, ha accettato. Ora deve rispettare la sua parola.

-Dov’è esattamente?- chiede.

-In quell’edificio sotto di te.-

Loki indica un palazzo sotto di loro e Perun si precipita senza dire una parola.

-Si può sempre contare su un bestione senza cervello per fare il lavoro sporco.- commenta il dio dell’Inganno scendendo lentamente al suolo.-

“Fai attenzione che non scopra il nostro vero scopo prima del tempo.” dice una voce che ode direttamente nella sua mente.

            Loki sorride e tocca il suolo mutando in una donna dai capelli neri che indossa un lungo cappotto verde scuro bordato di nero ed un ampio cappello dello stesso colore che le nasconde, in parte, il viso.

-Tranquillo, mio buon alleato.- replica -Se c’è una cosa che ho imparato da mio padre, è proprio l’arte dell’inganno.-

 

 

2.

 

 

            I guai non finiscono mai pensa Abigail Brand, Direttrice dello S.W.O.R.D. mentre ascolta il rapporto di Starlight.

-Inutile chiederti se ne sei davvero sicura, immagino.- commenta.

-Assolutamente, Direttrice Brand.- ribatte Tania Belinsky -Non potrei mai confondere quella firma energetica con qualunque altra. Lui è tornato.-

            Abigail Brand tace pensierosa poi dice:

-Immagino che voglia occupartene tu come l’ultima volta.-

-Certo che sì. Sono l’unica che…-

-L’unica che ho sottomano, questo è certo. Parti immediatamente e fai tutto quello che è necessario.-

            Sperando che basti contro uno come la Presenza.

 

            Vladimir Maksimovitch Menikov, Direttore del F.S.B.[4] ha l’aria distratta, o almeno così sembra a Valentin Shatalov e la cosa, tutto sommato, non gli dispiace troppo.

-Allora, Valentin Vladimirovitch…- dice, infine, Menikov -… dici di avere dei candidati per i posti lasciati vacanti nella Guardia d’Inverno. Di chi si tratta?-

            Valentin Shatalov, nella sua tenuta da Airstrike, meno l’elmo, fa un sorrisetto sprezzante. Nessun accenno al fatto che Omega Red, a cui era stato affidato il ruolo di Vanguard, è andato completamente fuori controllo dopo la sua esperienza con Ultron e deve essere tenuto in una cella speciale per evitare che uccida chiunque gli capiti a tiro e che Gremlin è ancora semicatatonico. Per tacere della fuga chissà dove di quello che aveva il nome in codice di Fantasma, chiunque fosse in realtà. È sempre la stessa storia: i politici tendono a minimizzare quello che a loro non piace. La verità è che il gruppo pensato da Menikov si sta già sfaldando. Ci vuole qualcuno che lo prenda in mano e ne faccia davvero il primo supergruppo della Russia, qualcuno come lui stesso, pensa Shatalov.

-Si tratta di due soggetti che avevo esaminato tempo fa, quando ero ancora nel G.R.U.,[5] in vista di un possibile arruolamento.- replica.

            Per il Progetto Remont in realtà, pensa l’ex generale, ma non è necessario che Menikov lo sappia. Shatalov prosegue:

-Si tratta di due mutanti che scovai quasi per caso quando i loro poteri si manifestarono, poteri che attirarono la mia curiosità. Purtroppo scomparvero misteriosamente. Non prima, però, che riuscissi a procurarmi il loro DNA che dette risultati sorprendenti.-

            Proietta su uno schermo tre mappe del DNA affiancate.

-Le prime due sono le mappature del DNA dei soggetti di riferimento ed il terzo appartiene ad un soggetto con cui hanno corrispondenza.-

-Ma è…?- esclama Menikov, sorpreso

- Arkady Gregorievitch Rossovich, meglio conosciuto come Omega Red. Questi sono discendenti o almeno così sembra.- spiega Shatalov.

-Ma com’è possibile? Rossovich non risulta avere mai avuto figli.-

-Il che non esclude che li abbia avuti. Non mi è mai sembrato il tipo che bada alle precauzioni… o al consenso delle sue donne se è per quello. Forse nemmeno lui è al corrente della loro esistenza. Esattamente un anno fa la ragazza è ricomparsa a Genosha quando il mutante Apocalisse ne prese il controllo.[6]. Era al suo fianco nei panni del Cavaliere Pestilenza ma prima ancora usava il nome di Omega Black. Con lei c’era anche l’altro. Nei file di Apocalisse ritrovati a Genosha era designato come Omega White. Il che prova che Apocalisse era a conoscenza della loro origine.-

-Che ne è di loro?-

-Sono stati imprigionati a Genosha ma la Governatrice Generale di quella nazione, Dottoressa Huxley acconsente a consegnarceli. La ragazza è capace di drenare la forza vitale dei suoi avversari e di indurre in loro varie malattie. La propongo come nuova Vanguard. L’uomo ha una specie di tocco mortale ed in più può rendersi intangibile. Sarebbe perfetto come nuovo Fantasma.-

-Tu che ne dici Katrina?- chiede Menikov alla finora silenziosa Ekaterina Aleksandrovna Bulikova

-Per me va bene, Maksimovitch. Decidi pure come credi meglio.-

            Non sfugge a Shatalov che Menikov ha chiamato la donna col vezzeggiativo e che lei ha risposto usando solo il patronimico, segno di una grande familiarità. Qualunque cosa ci sia tra di loro, non gli interessa ma il fatto che Menikov abbia chiesto sostanzialmente l’approvazione della Bulikova lo lascia perplesso. Non gli sembrava il tipo che facesse dipendere le sue decisioni dal parere di qualcun altro.

Stella Nera lo inquieta non poco. È decisamente cambiata dopo i fatti di Komarov ma tutti loro lo sono dopotutto.

-Arruoliamoli allora. Ci rimane comunque il problema di sostituire Vostok.- aggiunge Menikov.

-Ho pensato anche a quello.- ribatte Shatalov -Ho chiesto al Dottor Volkh se si poteva intervenire sulla programmazione del vecchio Vostok ed il risultato è il nuovo e migliorato modello. Lasciate che vi presenti Soyuz.-

            Da una porta laterale entra un androide dalla pelle dorata ed un costume rosso.

<<Sono lieto di far parte di questo gruppo e di offrire le mie capacità per il bene della Rodina.>> dice con voce elettronica e priva di emozione.

            Katrina Bulikova sorride:

-E bravo il nostro Valentin Vladimirovitch. Hai pensato proprio a tutto.- gli dice melliflua.

            Sì, pensa Shatalov, è lei con cui dovrò competere per il controllo, questo è evidente.

 

            Perun entra nell’edificio con la grazia di un treno in corsa che abbia perso il controllo.

-Dov’è la pietra?- chiede.

-Non capisco.- risponde un’impiegata spaventata.

-La Pietra delle Norne. So che è qui e la troverò.-

-Quello che farai è andartene subito, bestione.-

            Al suono di quella voce Perun si volta di scatto per trovarsi di fronte un uomo con un costume sgargiante ed un’arma in mano.

 

 

3.

 

 

            La sessione di allenamento finisce e la Dinamo Cremisi atterra sfilandosi l’elmo dalla testa e rivelando il volto barbuto di Boris Bullski.

-Che stai combinando Valentin Vladimirovitch?- chiede brutalmente al suo compagno di squadra Airstrike, l’unico presente con lui nella palestra.

-A cosa ti riferisci Boris Borisovitch?- ribatte l’altro dopo essersi tolto l’elmo a sua volta ed azionando un dispositivo che impedisce le intercettazioni sonore e video nella stanza.

-Non fare il finto tonto. Hai proposto tre nuovi membri della squadra e Menikov ti ha dato retta. Non sono stupido quanto certa gente crede. Tu hai in mente qualcosa. Cosa?-

-Se sei davvero così sveglio quanto dici, perché non me lo dici tu, Boris Borisovitch?-

-Tu vuoi prendere il controllo della squadra, riplasmarla a modo tuo con gente di tua fiducia.-

-E se così fosse, e non sto dicendo che lo sia, tu da che parte staresti, Boris Borisovitch?-

            Un sorriso crudele si dipinge sul volto di Boris Bullski mentre risponde.

-Dalla tua, ovviamente, non certo da quella di quegli smidollati di Menikov e del Guardiano Rosso o da quella di quella smorfiosa intrigante della Bulikova. Devi guardarti da lei, però, c’è qualcosa in quella donna che non mi piace e che mi rende nervoso, anche se non so dirti cosa. Quando mi guarda mi sembra di vedere una leonessa che fissa una gazzella.-

-Sì, conosco quella sensazione. Ma nessuno di noi due è una gazzella indifesa, Compagno. Abbiamo artigli da sfoderare in caso di bisogno.-

            Senza che i due se ne accorgano qualcuno ha seguito la conversazione, qualcuno che non è presente fisicamente ed i cui poteri mentali non sono ostacolati dai congegni dell’armatura di Shatalov. Qualcuno il cui nome è Elena Markova Ivanova, che da quando è entrata nella Guardia d’Inverno ha adottato il nome di Esper.

Katrina aveva ragione, pensa, lei ha sempre ragione ed è per questo che sarà lei a vincere la sfida.

 

             La scia luminosa attraversa il cielo sopra Ramstein per poi abbattersi sopra una delle baracche della base aerea americana. Il fragore richiama all’esterno quattro ospiti della base: Laynia Petrovna, l’originale Stella Nera, Nikolai Krylenko, il vero Vanguard, il massiccio Ursa Major e Tigre Siberiana. Un tempo nella Grande Madre Russia erano eroi, ora sono fuorilegge in fuga che cercano asilo.

            Corrono verso il luogo dell’esplosione assieme all’eroe tedesco noto come Vormund e dalle macerie vedono emergere una figura umanoide ma che sembra composta di brillante energia, una figura che non ha bocca eppure parla:

-Sono tornato.-

-Padre?- esclama Laynia.

            La figura la guarda, o almeno è l’impressione che dà, visto che non ha occhi.

-Laynia, Nikolai siete davvero voi?- esclama -Vi ho trovati, finalmente!-

            Laynia Petrovna sente un brivido. Non è il tipo di riunione di famiglia che molti auspicherebbero. Non è passato molto tempo da che Laynia e Nikolai hanno appreso di essere fratelli gemelli separati alla nascita e che il loro vero padre, Sergei Krylov, è diventato un essere composto di radiazioni e completamente impazzito ed affetto da manie di grandezza.

-Voi verrete con me.- afferma con decisione

-Ascolta, padre…- cerca di farlo ragionare Laynia -Tu non ti rendi conto…-

-Intendi opporti a me? Nessuno può opporsi a me: sono la Presenza, il mio potere è illimitato.-

-Tu dovresti essere morto!- ribatte Vanguard.

-Morto? Io non posso morire. Lo credevo ma l’energia non può morire, può solo dissiparsi. Ci è voluto un po’ ma mi sono ricostruito e sono venuto a ricongiungermi con la mia famiglia. Farò di questo posto la mia casa, lo riplasmerò nella nuova zona proibita.-

            È ancora pazzo, pensa Laynia, decisamente pazzo e va fermato prima che sia troppo tardi.

 

            Un’auto si ferma davanti ad una dacia appena fuori Mosca e ne scendono tre uomini. Uno sui quarant’anni circa dai capelli e occhi castani e il fisico atletico e gli altri due, evidentemente gemelli monozigoti, dai capelli biondi e gli occhi azzurri che dimostrano meno di trent’anni.

            Appena dentro, quello più anziano si rivolge agli altri.

-Andate a prepararvi. È il momento della fase due.-

-Sì, signore.- rispondono i due pressoché all’unisono.

            Non appena si sono allontanati l’uomo si reca nella sua stanza da letto dove si mette davanti allo specchio e comincia un’elaborata sessione di trucco.

Il piano di Chadwick può essere fallito, pensa, ma il mio riuscirà. Ho previsto tutto e ad aiutarmi sarà proprio chi mi ha ostacolato in precedenza.

Si ammira allo specchio e sorride soddisfatto al volto riflesso, volto che non è il suo ma quello del Colonnello del K.D.B,,[7] il servizio segreto bielorusso, di nome Aliaksiej Aliaksiejvich Ramanchuk.

 

 

4.

 

 

            La Presenza avanza ed ignora completamente i soldati della NATO di stanza alla base. I loro proiettili si fondono prima ancora di toccarlo a causa del calore e delle radiazioni che emana, radiazioni che ancora sono contenute nello spazio ristretto intorno a lui ma presto si espanderanno e renderanno la base un inferno radioattivo ben peggiore di Chernobyl.

-Chi è quest’uomo?- chiede Vormund.

-Mio padre, purtroppo.- risponde Nikolai Krylenko.

            La prima mossa di Laynia è rinchiudere suo padre in un bozzolo di Forza Oscura. Per qualche secondo nulla accade, poi il bozzolo si frantuma.

-Figlia ingrata….- esclama adirato Sergei Krylov -… dovrò darti una severa lezione.-

            Emette un’onda di energia che Vanguard attira su di sé e respinge al mittente grazie ai suoi bastoni. La Presenza vacilla per poi ricostituirsi.

-Poteva funzionare se fossi ancora di carne e sangue ...- replica -… ma non puoi ferire qualcuno fatto di energia pura.-

            Tigre Siberiana emette una specie di ruggito e gli si lancia contro solo per scoprire l’amara verità e cioè che non può fargli niente.

            La Presenza si volge verso di lui.

-Molto stupido.- commenta.

            Punta un dito contro di lui ma il colpo di energia prende in pieno Ursa Major che si è gettato a protezione del compagno di squadra.

-Un orso che protegge una tigre. Divertente ma futile. Adesso basta. È venuto il momento di trasformare questo posto nella mia nuova casa.-

-No, Sergei, non lo farai.-

            A parlare è stata una donna in costume rosso che levita verso di loro. Nella voce di Sergei Krylov un tono di autentico stupore mentre la riconosce:

-Tania?-

-Sì, io.- replica Starlight -È ora di metter fine a questa follia.-

 

            Da qualche anno gli Stati Uniti d’America hanno creato una struttura concepita appositamente per detenere criminali pericolosi dotati di superpoteri. Si trova in Colorado e viene soprannominata la Volta. La Federazione Russa ha qualcosa di simile anch’essa. Il suo nome in Russo è Svod, traducibile con Cripta o Cupola, e si trova in Siberia Occidentale. È qui che si trova la Guardia d’Inverno al completo assieme a Vladimir Menikov per avere informazioni e valutare i potenziali nuovi membri.

            Ad accoglierli un uomo di circa cinquant’anni dai capelli bianchi ed il fisico atletico:

-Benvenuti a tutti voi.-

            È Katrina Bulikova, Stella Nera, a parlare per prima:

-Che novità ci sono, Dottor Volkh?-

            Il Dottor Vladimir Orekhov, rimane sconcertato per un attimo dall’uso del suo nome in codice come leader del disciolto gruppo fuorilegge dei Bogatyri, poi alza le spalle e replica:

-Se intendi riferirti allo stato di Omega Red e Gremlin, Ekaterina Aleksandrovna, puoi vederlo da te assieme ai tuoi compagni.-

            Menikov guarda Katrina che fa un lieve cenno d’assenso e poi dice:

-Ci faccia strada, dottore.-

            Il gruppo lo segue in una saletta piena di monitor. In uno si vede l’inequivocabile figura di Gremlin che ripete come un disco rotto:

<<Mio padre, hanno ucciso mio padre.>>

-Ci sono speranze che migliori?- chiede Katrina,

-Chi può dirlo?- risponde Orekhov -Finora i nostri tentativi con psicofarmaci e psicoterapia hanno fallito ma potrebbe uscire da questo stato da un momento all’altro. Sino ad allora è ospite della nostra sezione medica. Quanto a Omega Red...-

            L’attenzione si sposta su un altro monitor dove si vede il superumano in questione che si muove nella sua cella colpendone le pareti ripetutamente usando anche i suoi tentacoli da polso.

-Non glieli avete tolti?- chiede un perplesso Menikov.

-Non è stato possibile per due motivi.- spiega Orekhov -Il primo è che lo uccideremmo ed il secondo è che lui ucciderebbe noi.-

-Si spieghi meglio, Dottore.- lo incoraggia Katrina.

-Omega Red rilascia i suoi feromoni mortali anche quando è inconscio. È impossibile avvicinarsi a lui senza caderne vittima. Anche con le speciali tute di protezione usate dalle guardie di questo posto gli effetti sulla lunga distanza si sentono ugualmente. Da sveglio riesce a controllare questo suo potere, ne sono sicuro, ma non vuole. La verità è che gode nell’uccidere, è come una droga per lui e infatti ora sta dimostrando tutti i sintomi della crisi da astinenza.-

-Insomma è del tutto inutile per noi proprio come Gremlin.- commenta Menikov -Spero che i candidati indicati per rimpiazzarli siano all’altezza.-

<<Vedrai e giudicherai coi tuoi occhi, Compagno Generale.>> risponde Airstrike tranquillo

-Vi porterò da loro.- dice Orekhov –Sono stati separati dagli altri detenuti.-

            Si allontanano e non notano uno strano luccichio negli occhi di Gremlin mentre le telecamere di sorveglianza si spengono e le porte di alcune celle si aprono silenziosamente. In una di esse Arkady Gregorievitch Rossovich, meglio noto come Omega Red sogghigna divertito. Dalle sue labbra esce solo una parola:

-Finalmente.-

 

            Perun fissa l’uomo davanti a lui e gli si rivolge perplesso:

-Ti riconosco: tu sei Maverick.-

-E bravo il nostro dio del Tuono dei poveri, mi hai riconosciuto.- ribatte il mutante tedesco -Ora spiegami perché sei penetrato qui con la grazia di un elefante in una cristalleria e perché non dovrei spararti subito.-

-Sto cercando un oggetto.-

-Ma davvero? E non potevi entrare come un comune mortale e chiedere prima di far saltare una parete? Nel caso ti fosse sfuggito questo è un laboratorio. Ci lavora della gente.- Maverick fa una pausa e poi aggiunge -Fammi indovinare: l’oggetto che stai cercando è una piccola gemma verdastra, calda al tatto e che brilla al buio.-

-Tu come fai a saperlo?-

-Sono stato assunto per proteggerla mentre gli scienziati cercano di capire cos’è e da dove venga.-

-Tu non capisci: è una pietra magica. Poco tempo fa una pietra come quella ha risvegliato i poteri latenti di un pazzo che ha quasi distrutto la realtà.-[8]

-Ma davvero? E dovrei credere alla tua parola?-

-Adesso basta con le chiacchiere!- ribatte Perun -Sono stanco di aspettare.-

            Il dio slavo del Tuono lancia la sua ascia contro il suo avversario che si getta a terra e contemporaneamente spara.

            Perun viene spinto contro una parete ma è del tutto illeso. Si rimette in piedi ed afferra l’ascia che ritorna nella sua mano destra, poi si lancia verso Maverick che ancora una volta lo evita. Trascinato dal suo slancio Perun sfonda una parete e Maverick ne approfitta per colpirlo con una scarica al plasma.

            Perun cade ma comincia subito a rialzarsi.

-Ma che ci vuole per abbatterti?- esclama il mutante tedesco.

-Più di quanto tu abbia, questo è certo.

            A parlare è stata una ragazza bionda che dimostra a malapena vent’anni e che indossa un costume dorato con frange tricolori alle braccia ed alle caviglie, una banda sulla fronte al cui centro c’è un medaglione pure tricolore. Il tutto è completato una corta mantellina dorata che le arriva fino ai gomiti. Ha parlato in Inglese, lingua che Maverick comprende benissimo.

-Ehi, ti conosco!- esclama nella stessa lingua -Sei quella supereroina italiana Sun. Non dirmi che stai dalla parte di quel bestione!-

            Sonia Elios sorride rispondendo:

-A dire il vero, sino ad una decina di giorni fa volevo arrostirgli le chiappe ma poi siamo diventati amici e adesso sto attenta a che non combini troppi guai.-

-Non sei stata troppo brava, mi pare, ragazzina.-

-Non chiamarmi ragazzina, potrei arrabbiarmi.- replica Sun e gli fonde la canna del fucile che Maverick lascia cadere immediatamente.

            Le cose si complicano, pensa.

 

 

5.

 

 

            L’allarme risuona improvviso per tutta la struttura della Svod.

-Ma cosa…?- esclama un sorpreso Menikov.

            Cosa stia succedendo è dolorosamente chiaro quando da dietro un angolo appare la sinistra figura di Omega Red.

-Ma guarda, guarda.- esclama -I miei amichetti della Guardia d’Inverno. Siete venuti a donarmi la vostra energia vitale? La prenderò molto volentieri.-

            Il Guardiano Rosso agisce con decisione: lancia il suo scudo contro Omega Red e contemporaneamente grida:

-Dottor Orekhov, porti al sicuro il Direttore Menikov, di questo pazzo ci occupiamo noi.-

-Ma…-

-Faccia come le ha detto il Guardiano, Dottor Volkh. Ora!- intima Katrina Bulikova –Lui sa cosa fa.-

            Il Guardiano Rosso è scattato verso Arkady Rossovich colpendolo a piedi uniti mentre recupera il suo scudo per poi gettarsi indietro. Anche quel breve contatto fisico è bastato ad indebolirlo. La testa gli gira. Si sente come un gattino appena nato, ma non darà a quello psicopatico la soddisfazione di vederlo in ginocchio. Stringendo i denti si rimette in piedi.

            La Dinamo Cremisi vola verso Omega Red spedendogli contro una scarica elettrica alla massima potenza.

<<Mi occupo io di lui.>> afferma <<La mia armatura mi proteggerà dal suo tocco mortale.>>

-Ho sempre pensato che tu fossi un idiota Bullski e ora mi stai provando che avevo ragione.- replica Omega Red afferrandolo coi suoi tentacoli approfittando della sua scarsa manovrabilità negli spazi chiusi e sbattendolo contro Airstrike.

            Mentre i due uomini in armatura cadono al suolo Arkady si lancia contro gli altri membri della Guardia d’Inverno.

-Mi divertirò molto ad uccidervi tutti.- proclama -E per ultimo lascerò quel codardo di Menikov. Quell’idiota credeva di potermi controllare. Nessuno mi controlla. NESSUNO!-

            Powersurge, alias l’Unicorno, solleva il suo visore e gli spedisce contro il suo raggio calorico ma senza grande effetto. Al contrario, le spore mortali di Omega Red lo indeboliscono sino a farlo cadere.

            Il Guardiano Rosso si para davanti al criminale e lo colpisce col suo scudo senza dargli tregua ma alla fine crolla anche lui.

            Omega Red si rivolge a Stella Nera ed Esper:

-Siete rimaste solo tu e Elena, carina.- sogghigna rivolgendosi a Elena Ivanova -Non avrai davvero creduto che bastasse una maschera ad impedirmi di riconoscere la figlia di un mio vecchio compagno di squadra, vero? Vorrei dirvi che mi dispiacerà uccidervi, ma mentirei, sarà un gran piacere.-

            Katrina Bulikova si frappone tra lui ed Elena.

-Vuoi la mia energia vitale, Arkady Gregorievitch?- gli dice -Eccola, è tutta tua!-

            I suoi occhi diventano pozze oscure mentre filamenti neri escono dal suo corpo e si muovono verso Omega Red che ride.

-La tua energia è incredibile!- esclama -Non ho mai sentito nulla di simile. È… è…- il sorriso diventa una smorfia. -Cosa mi succede? Cosa mi stai facendo?-

-Ti sto dando quel che volevi,- replica Katrina -Non ti basta.? Ne vuoi di più?-

            Un bozzolo di energia oscura si forma attorno ad Omega Red avvolgendolo completamente e stringendosi su di lui, poi si comprime sempre di più sino a scomparire. Quando si dissipa di Omega Red non resta traccia.-

-L’hai ucciso?- le chiede Elena.

-Ad essere sincera, non lo so, mia cara.- risponde Katrina -Gli effetti della Forza Oscura sono spesso imprevedibili. Di sicuro la sua minaccia è cessata almeno per il momento. Mi chiedo come abbia fatto a liberarsi. Non può essere stata una coincidenza. Ma non pensiamoci adesso e vediamo come stanno i nostri compagni di squadra.-

           

            Mentre Perun, Sun e Maverick si combattono, la donna che era Loki entra nell’edificio superando le macerie. Un istinto infallibile la porta nel posto esatto in cui si trova la Pietra delle Norne.

            Una guardia giurata cerca di fermarla.

-Signora, lei non può…-

            La donna lo guarda e l’uomo crolla a terra con un gemito.

“L’hai ucciso?” le chiede la voce nella sua testa.

“Tu cosa credi?” ribatte lei sempre telepaticamente.

            Avanza nel laboratorio e al suo passaggio uomini e donne vicino a lei cadono a terra come mosche colpite dall’insetticida.

“Sei figlia di tuo padre anche nella spietatezza, vedo.”

“Meno dei miei fratelli, ma è nel mio ruolo essere spietata e poi la morte mi alimenta.”

            Si ferma davanti alla postazione di un microscopio elettronico e finalmente vede ciò che cercava: una pietra verde che sembra brillare di luce propria. Senza esitare la prende e la infila in un sacchetto, poi mormora:

-Ancora una volta quel bestione senza cervello mi è stato utile e lo sarà ancora.-

            Nella sala accanto Maverick è impegnato a schivare i colpi di Perun e Sun ed a cercare di colpirli a sua volta, quando improvvisamente appare Loki, il dio dell’Inganno.

-Ho quel che cercavamo.- dice -Adesso è ora di andare. Un’altra gemma ci attende.-

            Uno sbuffo di fumo e Loki, Perun e Sun sono scomparsi mentre un perplesso Maverick cerca di capire cosa sia davvero successo.

 

            Se avesse un volto, su quello della Presenza ci sarebbe un’espressione di assoluto stupore.

-Tania?- ripete incredulo –Sei venuta per me?-

-Sono venuta a fermarti, Sergei.- replica Starlight -Tu sei un pericolo per te stesso e per gli altri.-

-Ingrata!- nella voce di Sergei Krylov si sentono collera e delusione –Anche tu, come tutti, mi hai tradito alla fine.-

-Tu hai bisogno di aiuto, Sergei.- ribatte Tania Belinsky -Lascia che ti aiuti, per favore.-

-Puoi aiutarmi in un solo modo: resta al mio fianco mentre trasformo il Mondo. E anche voi, figli miei.-

-Mai!- ribatte Vanguard.

-E allora io… cosa?-

            La Presenza si accorge di non riuscire ad espandere il suo campo radioattivo.

-Cosa mi stai facendo?- chiede alla sua ex compagna.

-La sola cosa possibile.- gli risponde ancora Tania -Ti avevo avvertito, Sergei. Non ti consentirò di andare oltre.-

Il corpo di Starlight diviene sempre più brillante mentre la sua voce stessa cambia:

-Sto assorbendo le radiazioni che emani dissipando la tua forma.-

La forma della Presenza sembra sfaldarsi, evaporare. L’ultima cosa che odono da lui è un urlo disperato:

-NOOO!-

            Starlight si rivolge a Laynia:

-Stella Nera puoi aprire un portale di Forza Oscura?-.

            Laynia Petrovna esegue prontamente e subito Starlight scarica nel portale tutta la sua energia in eccesso. Pochi istanti dopo il portale si richiude e Starlight torna alla sua forma normale. Cadrebbe se non fosse prontamente sorretta da Vanguard.

-Lui…- le chiede Nikolai -… mio padre… è morto?-

-Dubito che possa veramente morire.- risponde Tania -Al momento le radiazioni di cui è composto sono state disperse in posti lontani, ma come è accaduto oggi, un giorno potrebbe riuscire a riformarsi.-

-Forse dovrei odiarlo.- commenta Laynia -Ma riesco solo a compiangerlo.-

-Una volta gli ho detto che il vero Sergei Krylov era morto da tempo e che era ora che lui lo capisse.-[9] replica Starlight -Dovreste ricordarlo come l’uomo che avrebbe potuto essere e non come la cosa che è diventato.

            Non sarà facile, pensa Laynia mentre, stanca, si appoggia a Ursa Major. Non sarà affatto facile.

 

 

FINE?

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Solo poche ed essenziali precisazioni:

1)    La Presenza, alias Sergei Krylov, è un personaggio creato da David Anthony Kraft & Keith Giffen su Defenders Vol. 1° #52 datato ottobre 1977. Era un fisico ed ingegnere nucleare russo. L’esposizione prolungata alle radiazioni causò sia la mutazione dei suoi figli che la morte di parto della moglie. Gli fu fatto credere che i suoi due gemelli erano nati morti ma in realtà furono prelevati dai servizi segreti ed allevati separatamente (da qui i loro diversi cognomi) per essere addestrati come operativi superumani al servizio del Governo Russo. Sergei scoprì la verità molti anni dopo ma a quel punto i suoi studi sulle radiazioni l’avevano radicalmente mutato. Ora si faceva chiamare la Presenza ed era composto quasi esclusivamente di radiazioni contenute da una speciale tuta. La sua sanità mentale era stata compromessa portandolo a concepire folli piani di conquista.

2)    Starlight, il cui vero nome è Tatiana Andreievna Belinskaya, ma che è più nota con la versione occidentalizzata del suo nome, Tania Belinsky, è stata creata da Steve Gerber & Sal Buscema su Defenders Vol.1° #35 datato maggio 1976. Brillante neurochirurgo decise di diventare una supereroina usando l’alias di Guardiano Rosso. Collaborando coi Difensori si imbatté nella Presenza che la asservì mentalmente e la trasformò dotandola della capacità di emettere ed assorbire radiazioni. Solo recentemente ha imparato a controllare il suo potere riducendo l’emissione di radiazioni del suo corpo a livelli tollerabili, anche se riesce a farlo solo se cosciente.

3)    Maverick è stato creato da Jim Lee con su X Men Vol.1° #5 datato febbraio 1992. Il suo vero nome è Christoph Nord ed è nato in quella che sarebbe diventata nota come Germania Est tra la fine degli anni 30 e gli anni 40. Mutante con la capacità di assorbire l’energia cinetica senza danno, in giovane età fuggì in Occidente e divenne un operativo della C.I.A. A quel punto cambiò nome in David North. Gli fu impiantato un fattore di guarigione derivato dal DNA di Wolverine, cosa che gli ha permesso di invecchiare solo di pochi anni dal 1968 ad oggi. Data la sua attitudine ad agire da solo e a non fidarsi di nessuno gli fu affibbiato il nomignolo di Maverick che nello slang americano indica appunto un solitario senza amici o famiglia. In anni recenti è divenuto una sorta di mercenario.

4)    Nota di continuity. Questa storia si svolge prima di Devil & la Vedova Nera #82.

Nel prossimo episodio: cos’è accaduto al Cremlino? Perché la Vedova Nera è prigioniera? Chi è veramente il misterioso Colonnello Ramanchuk? Quali sono i piani di Katrina Bulikova? E quali quelli di Valentin Shatalov? Tante domande. Per le risposte, assicuratevi di tornare qui non appena possibile.

 

 

Carlo



[1] Sentient World Observation and Response Department. Agenzia dell’ONU analoga allo S.H.I.E.L.D. che ha il compito di monitorare le potenziali minacce extraterrestri e reagire se e come necessario.

[2] Su The Others #23

[3] Che potrebbero anche essere quelli visti su Marvelit Team Up #30… o no?

[4] Federal'naya Sluzhba Bezopasnosti. Servizio di Sicurezza Federale.

[5] Glavnoye Razvedyvatel'noye Upravleniye. Direzione Principale Informazioni, il servizio segreto militare russo.

[6] X-Men MIT #33.

[7] Kamitet Dziaržaǔnaj Biaspieki. Comitato per la Sicurezza dello Stato.

[8] Ovvero Mad Jim Jaspers in The Others #41/44.

[9] È accaduto su S.W.O.R.D. MIT #3.